.Buonuscita licenziamento dirigente
Ti spiego in che modo il dirigente può ottimizzare la propria uscita dall’azienda, monetizzando con la buonuscita la rinuncia al proprio posto di lavoro.
La buonuscita per licenziamento dirigente
La buonuscita, altrimenti nota come incentivo all’esodo, è una somma di denaro che un datore di lavoro eroga al dipendente, in questo caso un dirigente, al termine del rapporto di lavoro. Non è un obbligo legale o contrattuale per il datore di lavoro erogarla né è un diritto del dirigente riceverla, ma spesso viene corrisposta per due principali motivi: per motivare il dirigente ad accettare la fine del rapporto di lavoro e per evitare potenziali contenziosi legali che potrebbero sorgere dopo un licenziamento.
Fattori che influenzano la buonuscita
L’importo della buonuscita offerta al dirigente dipende in gran parte dal livello di rischio che entrambe le parti, il datore di lavoro e il dirigente, sono disposte a sopportare in caso di contenzioso. L’importo sarà più alto se le ragioni del dirigente sono forti e fondate, aumentando il rischio per il datore di lavoro in caso di contenzioso. D’altra parte, se il datore di lavoro ha ragioni solide, il dirigente potrebbe dover accettare una buonuscita minore. La buonuscita può essere offerta sia prima che dopo il licenziamento. Se offerta prima, funge da stimolo per il dirigente ad accettare la fine del rapporto di lavoro. Se offerta dopo, serve ad evitare che il dirigente contesti il licenziamento in tribunale, spingendo invece a trovare un accordo conciliativo.
Buonuscita in caso di dimissioni del dirigente
In alcuni casi, il dirigente e il datore di lavoro possono raggiungere un accordo in cui il dirigente si dimette in cambio della buonuscita o di un incentivo all’esodo. L’accordo può includere non solo una somma di denaro, ma anche altri vantaggi, come ad esempio consulenze per il reinserimento lavorativo del dirigente (outplacement) o la concessione di alcuni benefit di cui il dirigente godeva durante il rapporto.
Calcolo buonuscita dei dirigenti e tassazione
Ci sono vari fattori da considerare quando si calcola la buonuscita per un dirigente. Oltre alla considerazione dei rischi di un eventuale contenzioso per il datore di lavoro, potrebbero essere inclusi la retribuzione variabile o i fringe benefit che il dirigente riceveva durante il rapporto di lavoro.
La buonuscita o incentivo all’esodo sono considerate dal punto di vista fiscale e contributivo alla stregua del trattamento di fine rapporto. La buonuscita non è soggetta a contributi; mentre dal punto di vista fiscale è soggetta a IRPEF con una tassazione separata.
Dirigenti, il licenziamento nel diritto del lavoro
Non esiste un diritto legale o contrattuale all’ottenimento della buonuscita in caso di licenziamento e non esistono parametri predefiniti per il suo calcolo. Tuttavia, la potenzialità di ottenere una buonuscita elevata è maggiore qualora il rischio di cause legali per il datore di lavoro risulti elevato.
Se il dirigente contesterà il licenziamento, il tribunale potrebbe determinare che seppur giustificato, manca quella giusta causa che giustificherebbe il termine immediato del rapporto di lavoro. In tal caso, al dirigente spetterebbe solo l’indennità per mancato preavviso. Se invece il licenziamento è giudicato del tutto illegittimo, spetterebbe al dirigente l’indennità supplementare oltre a quella per mancato preavviso.
L’importanza della consulenza legale al dirigente licenziato
Un licenziamento può avere serie implicazioni legali e finanziarie. Per un dirigente, la complessità di tali implicazioni potrebbe essere ancora maggiore, data l’importanza della posizione e i possibili significativi interessi economici coinvolti. In primo luogo, un avvocato esperto in diritto del lavoro può aiutare il dirigente licenziato a comprendere i propri diritti e a verificare la legalità del licenziamento. Se il licenziamento risulta ingiustificato o non conforme alle norme legali, l’avvocato può aiutare a contestarlo e a ottenere una corrispondente indennità o il reintegro nel posto di lavoro.
In secondo luogo, la consulenza legale è fondamentale anche in caso di trattative per un accordo di buonuscita. L’avvocato può fornire una valutazione informata sul corretto ammontare della buona uscita, considerando sia il contesto legale che aspetti più specifici quali l’anzianità, le prospettive di futuro impiego e il livello di retribuzione del dirigente. Infine, il lungo processo di negoziazione o di contenzioso può richiedere un’esperienza e una competenza specifiche in ambito legale, che un avvocato può fornire. Questo supporto può aiutare il dirigente a salvaguardare i propri diritti in maniera efficace e a evitare errori di strategia che potrebbero compromettere la sua posizione. In sintesi, l’assistenza di un avvocato esperto in diritto del lavoro è un elemento essenziale per gestire in modo efficace e vantaggioso l’intero processo di licenziamento del dirigente.